Centro Educativo Psicologico Formativo


Come aiutare i bambini a scuola divertendosi

Come aiutare i bambini a scuola divertendosi!

Come aiutare i bambini nel processo di apprendimento? E soprattutto,  come poterlo fare divertendosi?
Al giorno d'oggi le restrizioni sono molte e la libertà di movimento è limitata.. Ma fortunatamente la fantasia non ha limiti! 
Alcuni suggerimenti pratici per aiutare i bambini ad apprendere divertendosi.

"Per supportare il percorso di istruzione di un figlio, è meglio focalizzare l’attenzione sul sapere, saper fare e saper essere giorno per giorno".

Valutazione: di mio figlio o la mia?
È abbastanza comune vivere i propri figli come estensione di sé stessi, specie quando sono piccoli: di conseguenza alcuni genitori percepiscono la valutazione dei figli come fosse un giudizio su di loro. Ma anche il più distaccato tra i genitori si augura, all’inizio del percorso scolastico, e di avere figli che riescono bene a scuola e che studiano – almeno alcune materie – con interesse. Figli, insomma, che abbiano un po’ di curiosità intellettuale, che sviluppino pian piano degli interessi e che li coltivino.

L’attenzione tardiva
Ma c’è anche un’altra questione, ed è questa che mi lascia perplessa: è una sorta di quella che potremmo chiamare “attenzione tardiva” e che si manifesta, tipicamente, il giorno della consegna delle pagelle, quando capannelli di genitori (perlopiù mamme) affollano le scuole confrontando voti e commentando risultati. Si polemizza per un 7 e ci si dispera per un 6 e, improvvisamente, la scuola sembra essere diventata la cosa più importante. Invece, sarebbe meglio se l’attenzione che viene posta al momento della pubblicazione delle valutazioni fosse posta, giorno per giorno, anche a servizio della conoscenza e dell’esperienza dei propri figli.
Quello che qui voglio suggerire, quindi, è che, per supportare il percorso di istruzione di un figlio, è meglio focalizzare l’attenzione sul sapere, saper fare e saper essere giorno per giorno, piuttosto che pensare solo alla fase finale, quella di valutazione (risultati, pagelle, esami). Insomma, mi sembra più saggio fare l’esatto contrario: prestare attenzione alla scuola nel suo svolgimento, e rilassarsi il giorno della pagella. In fondo la pagella non è il risultato, almeno non è il risultato finale, non è il solo e non è il più importante.

Aiutare il bambino, ma come?
Ma cosa vuol dire “seguire” il percorso scolastico di un figlio? Aiutarlo con i compiti? Stargli accanto nelle difficoltà? Forse anche questo, anche se la situazione migliore è sempre quella di avere figli autonomi, che si gesticono i compiti da soli. Ma, in realtà, il tema che volevo affrontare era un’altro, ossia come seguire una figlia o un figlio giocando di anticipo e inserendo nella vita famigliare attività (anche ludiche!) che fungano da completamento di quanto fatto a scuola. Ma che vuol dire “accompagnare”? Non sto suggerendo certo di sostituirsi a maestri e professori. Non voglio spingere nessuno verso l’accudimento ossessivo, ma, semmai, verso l’accudimento intelligente.

Primi passi
Il primo passo sarebbe quello di leggersi ogni anno, magari d’estate, il programma dell’anno scolastico successivo che inizierà a settembre. Qualsiasi genere di scuola faccia un figlio non è difficile reperire su internet i programmi. Per quanto riguarda i “programmi ministeriali” della scuola pubblica, teoricamente essi non esistono più, perché esistono solo gli obiettivi da raggiungere, definiti dalla legge sull’autonomia scolastica, il che dovrebbe lasciare alle scuole la possibilità di far da sé sui contenuti. In pratica, gli obiettivi sono abbastanza dettagliati, basta curiosare tra le “Indicazioni per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione”, del MIUR che si possono trovare sul sito www.istruzione.it.

Come ‘accompagnare’ il bambino
Una volta letti e magari reperita qualche altra informazione dagli insegnanti, sarà semplice “accompagnare” il percorso del bambino nella scuola con altre attività famigliari in linea con i programmi. Un giro alla parte egizia dei Musei Vaticani a Roma, se in classe tua figlia sta studiando gli egizi, un fine settimana con visita al Parco Collodi dalle parti di Pistoia, se in classe i bambini stanno leggendo Pinocchio, una visita ad un Museo di Zoologia. Si può passare un sabato pomeriggio in libreria per comprare un libro sugli anfibi o sul corpo umano, se questi argomenti fanno parte del programma di scienze dell’anno in corso. Chi ha una buona biblioteca pubblica nella sua zona può farla diventare una tappa ricorrente nella vita famigliare. Andare in biblioteca può diventare come andare al parco o a far la spesa (o quasi). Laddove le risorse economiche famigliari lo consentano, le maggiori capitali europee e americane hanno splendidi musei della scienza e planetari per bambini.

Parola d’ordine: imparare
Dei miei tre figli, la seconda ricorda un suo compleanno che fu festeggiato a Genova tra una visita all’acquario e una al museo dei bambini. Non credo che mia figlia, che aveva da bambina uno spiccato interesse per gli acquari, diventerà mai una biologa marina, ma ricorda ancora quel viaggio di famiglia: ha imparato varie cose e si è molto divertita; in fondo si fa scuola anche così.

Elisabetta Cassese 
Il presente articolo è stato tratto dalla pagina web "TUTTOSCUOLA.com"




IMPARARE DIVERTENDOSI anche in tempo di pandemia
Molte ricerche hanno riportato come il sistema di credenze motivanti e l’intervento dell’ambiente (insegnanti, genitori, figure educative) incidano in modo preponderante sul modo di vedere, interpretare e codificare la realtà, attribuendo differenti significati all’impegno e all’atto stesso di imparare. 
L’intervento della famiglia, quindi, non si limita nell’affiancare i figli nello svolgimento dei compiti pomeridiani. Il ruolo dei genitori è ben più rilevante, poichè sono i primi che, fin da quando i bambini ancora non frequentano la scuola primaria, possono trasmettere loro conoscenze in merito all’ambiente circostante. Nel momento in cui i figli inizieranno la scuola, il loro compito assumerà una nuova valenza, cioè quella di concretizzare gli insegnamenti trasmessi dalla scuola. Ma come attuare nel quotidiano questo importante compito nel momento storico in cui viviamo? 

Ecco alcune idee pratiche:
  • osservare la natura durante una camminata, raccogliendo e catalogando poi, in un secondo momento, la composizione di foglie, fiori, pietre, ecc.. Potrebbe risultare utile realizzare un raccoglitore che il bambino potrà personalizzare e nel quale potrà inserire i vari elementi raccolti;
  • andare in biblioteca o in libreria e prendere/acquistare dei libri o dei racconti inerenti l’argomento trattato a scuola, facendo scegliere al bambino il libro che più lo attrae;
  • guardare insieme dei semplici e simpatici documentari (magari sotto forma di cartone animato);
  • coinvolgere il bambino in un “Role Play”, un gioco di ruolo dove ogni partecipante rappresenterà uno specifico personaggio (es. l’archeologo, il faraone, un dinosauro, ecc..), interagendo con le altre figure della storia. In questa attività sarà fondamentale conoscere le caratteristiche e funzioni specifiche del ruolo che si andrà ad interpretare;
  • rappresentare in un disegno quanto studiato, utilizzando materiali dedicati (es. preistoria: utilizzerò dei sassi come elemento decorativo o come strumento per la rappresentazione, ecc..).

Integrazione: Dott.ssa Martina De Vicari




Modulo di iscrizione e
Patto di corresponsabilità 

Scopri i nostri servizi in un clik!
Share by: